La maggior parte degli individui ha una preferenza per esperienze familiari, prevedibili e stabili; sperimentazione di sorta di facilità a confrontarsi col noto e col prevedibile.
Le persone generalmente realizzano questa motivazione alla coerenza adottando strategie d’azione capaci di confermare le convinzioni a proposito di sé ed evitando situazioni e interazioni personali capaci di contraddire le loro auto-concezioni.
In Psicologia Sociale, esaminando alcuni studi e lezioni sulla motivazione del Sé (Cfr. le Fonti bibliografiche in coda a questo articolo), emerge – si potrebbe dire in modo dirompente – la sistematica tendenza a esagerare le caratteristiche positive di sé; ovvero: gli individui realizzano una autopromozione a vantaggio della propria immagine.
Qual è il nascosto significato funzionale di questo fenomeno? (Dell’umana vanità?)
Questi studi attestano che “è proprio grazie a queste tendenze sistematiche, in favore del Sé, che il tono positivo e affettivo, del proprio vissuto, tende in qualche modo a mantenersi alto in termini di intensità e, le prospettive concernenti il futuro, si proiettano come favorevoli a livello di aspirazione”. Al contrario giudizi negativi metterebbero in crisi l’autostima delle persone e si genererebbe una situazione depressiva per le medesime.
Nel manifestarsi di questa tendenza auto-accrescitiva, pur se ciò implica una tendenza in qualche modo a barare, si riscontrerebbe un forte valore adattivo per la specie dal momento che tramite l’auto-accrescimento:
- gli individui si manterrebbero sereni
- gli individui conseguentemente si prenderebbero cura degli altri
Inoltre convivendo con una propria immagine positiva le persone
- troverebbero energia per impegnarsi in lavori creativi
- favorendo l’adattamento sociale e personale.
Ecco così che, nella specie umana, nella sua cultura e storia (e chissà se anche in altre specie biologiche), verrebbe riscontrata l’utilità della bugia!
Un triste quadro, a seconda dei punti di vista, si evincerebbe, sulla scia di molti motti popolari o poetici: si pensi al “Meglio fingersi acrobati che sentirsi dei nani!”, come appunto poeticamente recitava Renato Zero qualche decennio fa; o “io penso positivo perché son vivo”, pur se il positivo non debba necessariamente coincidere con il barare circa se stessi. Esempi artistici, fino all’eccesso e al paradosso, possono rintracciarsi anche nel cinema; un esempio per tutti: Borotalco di Carlo Verdone.
In definitiva l’animale uomo segue la linea: “Inganniamoci e, se non proprio felici, saremo probabilmente in apparenza maggiormente sereni”; condotta che almeno alcuni politici devono aver fatto propria da lungo tempo.
[Fabio Sommella, 03 novembre 2022, (rieditato da versione originaria del 1 giugno 2015)]
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Fonti bibliografiche
- Swann, W. B., & Read, S. J. (1981). Acquiring self-knowledge: The search for feedback that fits. Journal of Personality and Social Psychology, 41(6), 1119–1128. https://doi.org/10.1037/0022-3514.41.6.1119
- Kuiper e Derry, 1983, https://link.springer.com/article/10.1007/BF01172886 )
- UNINETTUNO, Corso di Teorie e metodi della psicologia sociale – Lezione n. 12: Le motivazioni del sè Università Telematica Internazionale UNINETTUNO: Laurea Online (uninettunouniversity.net)
Fonti delle immagini
https://it.freepik.com/vettori-premium/uomo-che-dice-bugie_17479403.htm