Tre mie recensioni a tre grandi romanzi:
- Berta Isla di Javier Marìas
- Stoner di John Williams
- Ultima la luce di Gaia Manzini
Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)
Trasversalità, contaminazioni culturali… di Fabio Sommella
Tre mie recensioni a tre grandi romanzi:
Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)
A tratti commovente – la dedica a lui nel libro della sua donna – tutto il romanzo di John Williams – d’impronta decisamente classica – è impregnato, permeato di un velo di profonda tristezza, malinconia e durezza della vita, laddove il protagonista passa sopra e attraverso le tragedie dell’esistenza come una sorta di capovolto Forrest Gump ante-litteram, in quanto infelice e decisamente meno fortunato del primo. William Stoner riesce a sopperire ai dolori dell’esistenza, con le sue bordate (le appassionate vicende del mentore degli studi, dei genitori, della moglie e della figlia, di altro), tramite il silenzio e l’amore, quest’ultimo per la conoscenza, per la poesia e per la donna. Ciò è espresso massimamente nel seguente passo: “Non era una passione della mente e nemmeno dello spirito: era piuttosto una forza che comprendeva entrambi, come se non fossero che la materia, la sostanza specifica dell’amore stesso. A una donna o a una poesia, il suo amore diceva semplicemente: Guarda! Sono vivo!” [p.200]
William Stoner è una maschera che coagula in sé eterni significati, pregressi e futuri. Alcune sequenze narrative della storia appaiono come sequenze filmiche in qualche modo già visionate e ascoltate: premonizione per l’imminente film con Casey Affleck?
[Fabio Sommella, settembre 2019]
Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)