Questo struggente brano – non una vera e propria canzone, più una breve ma intensa sequenza filmica, di fatto un bozzetto metropolitano tardo anni ’70 – è tra le cose più belle del Francesco romano, il nostro grande Francesco De Gregori (l’altro grande Francesco, non romano bensì dell’Appennino Tosco-Emiliano, naturalizzato bolognese, è naturalmente Francesco Guccini).
Da quando, sul finire del 1978, comprai il LP, mi ha sempre incantato la vena di tenue lirismo, filtrato attraverso lo sguardo malinconico di Stella, la bambina protagonista. Con lei iniziano i versi poetici di questo bozzetto. Lo sguardo di bambina sul mondo – un mondo percettibilmente crudo e violento – apre, comunque, a una possibilità se non di felicità, certo di distensione. Questa, oltre che dai toni di colore – “la notte è bella, è bella e profumata d’aranciata e di menta” -, viene espressa dal sommesso canto finale materno (“E mamma lava i piatti e canta piano”), che si esplica articolandosi in un verso musicalmente prolungato e dai voluti toni cantilenanti. Pertanto… è un canto quieto, inconsueto, sorprendente per le due donne protagoniste, la giovanissima figlia e la grande madre. Sembra – per figlia e madre – finalmente un primo momento di inusuale quiete, laddove “Stella è contenta che babbo se n’è andato, che babbo è via lontano”. Pietà pura ed empatia, che Francesco De Gregori riesce a infondere con pochi tratti e pennellate a queste figure. E con l’immagine materna, che lava i piatti cantando placidamente, si chiude il brano, chiusura suffragata da note languide e al contempo essenziali.
Babbo in prigione , questo il “forte” titolo del brano, era sull’abum intitolato Francesco De Gregori, LP del 1978, quello con la foto di Francesco che corre con un pallone ai piedi su un grande prato verde. Un’immagine riecheggiante speranze? Forse si, anche se vicende simili sono state e sono, a oggi, purtroppo sempre attuali.
Lo ripropongo qui, questo brano, in questo mio personale arrangiamento chitarra acustica e voce (poca, in realtà, ma… fa nulla, pazienza!) E lo dedico a una persona lontana. Un testamento spirituale, un message in a bottle gettato al suo indirizzo nell’oceano di internet. Chissà… le giungerà mai?
[30 novembre 2018]