Camminiamo tranquilli,
fianco a fianco,
nella sera;
io,
grande e corpulento,
con le mani in tasca, cercando,
come sempre,
le luci
nelle case e,
più fioche,
tra le tenebre del cielo;
tu,
piccolo e aggraziato,
affondando la mano nella busta,
intento a pescare e sgranocchiare,
sereno,
popcorn.
E la città si muove,
ora,
magica, luminosa e misteriosa,
come un tempo,
nella notte;
con gli echi
amplificati,
ancora,
dagli antichi racconti
dei nostri avi.
E in questo concerto,
novello canto siderale di PinkFloyd
o perenne serenata di notturni vicoli romaneschi,
mi perdo con la mente,
mentre l’universo,
ora stellato,
placido bivacca
nell’eternità e nello spaziotempo.
[19 novembre 2006]